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Biografia di Niccolò Tommaseo

Scrittore

Niccolò Tommaseo

Scrittore e critico italiano. Studiò prima a Spalato e poi a Padova, a Milano conobbe il Manzoni e partecipò alle polemiche fra classicisti e romantici.

Divenuto collaboratore dell'Antologia, nel 1827 si trasferì a Firenze e, tre anni dopo, si fece conoscere pubblicando il Dizionario dei sinonimi. Intanto maturava in lui quel cattolicesimo liberale che tanta importanza ebbe nella sua vita e nella sua opera e che egli espose nei cinque libri Dell'Italia (1835), pubblicati in Francia, dove si era volontariamente recato in esilio (1834).

Pubblicò anche un volume di versi (Confessioni, 1836), il commento alla Divina Commedia (1837), il racconto storico Il duca d'Atene (1837) e raccolse Les relations des ambassadeurs vénitiens sur les affaires de France au XVIe siècle (1838).

Trasferitosi in Corsica (1838), compose Fede e bellezza (1840), una delle sue opere più interessanti e ricche di motivi; ricercò i canti popolari, che inserì nella collana di Canti popolari toscani, corsi, illirici, greci (1841-1842), e raccolse le lettere di Pasquale Paoli.



Nel 1839 ritornò in Italia e si stabilì a Venezia, e nel dicembre del 1847, fu arrestato per un suo discorso in cui apertamente richiedeva la libertà di stampa.

Liberato dal popolo il 17 marzo 1848, fece parte del governo della repubblica di San Marco fino a quando fu approvata la legge di fusione col Regno sardo.

Caduta Venezia, si rifugiò a Corfù, e pur ammalato e con la vista sempre più debole compose diverse opere, tra le quali Rome et le monde (1851), in cui sosteneva la necessità per la Chiesa di rinunciare al potere temporale.

Nel 1854 si stabilì a Torino, dove ricevette l'incarico di redigere il Dizionario della lingua italiana (1858-1879), e, nel 1859, si trasferì a Firenze e, fra l'altro, curò l'edizione definitiva delle sue poesie (1872). Desideroso di provarsi nei più diversi campi, dalla storia alla politica, dalla pedagogia alle scienze, dalla problematica religiosa alla filologia, dalla critica alla lessicografia, dalla lirica alla narrativa, il Tommaseo ha lasciato un'opera vastissima, ma non un libro che lo rappresenti completamente, anche se dei suoi travagli interiori resta documento nel Diario intimo (postumo, 1938). Sensibile alle suggestioni del Romanticismo europeo ma al tempo stesso frenato dalla rigida educazione clericale e classicheggiante, egli diede il meglio di sé ogni qualvolta un testo da tradurre o un avvenimento da ricostruire con perizia di storico o di filologo lo tenne lontano dall'autobiografismo e gli consentì di esercitare appieno il suo appassionato amore per la lingua come ad es. nei Canti popolari, nel Duca d'Atene e negli Esempi di generosità (1867).

Frasi Celebri di Niccolò Tommaseo

Sincerità/Bugie:
Certuni si lascerebbero prima tagliare la mano che perdere un guanto.
Amore:
In amore, chi arde non ardisce e chi ardisce non arde.
Bontà/Malvagità:
L'ingratitudine dei beneficati non vi faccia pentito del benefizio, ma v'insegni oprarlo con animo più puro d'umane speranze.

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Data creazione biografia: 29 novembre 2005
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