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Biografia di John Ruskin |
Poeta - Pittore - Storico e critico d'arte
John Ruskin nasce a Londra il 18 febbraio John, figlio unico di James Ruskin e di Margaret Cox.
Il padre è un ricco mercante di sherry di origine scozzese, grande amante della pittura; la madre è una ex governante di casa Ruskin, di religione puritana.
John cresce nel quartiere periferico di Herne Hill in una famiglia che non coltiva alcun contatto sociale. In compenso, madre e figlio seguono James Ruskin in visita ai suoi migliori clienti britannici. Dapprima sono viaggi nelle zone più pittoresche dell’Inghilterra. Quindi, una volta all’anno, il viaggio nel continente, il primo dei quali avviene nel 1828.
John conduce un’esistenza «alla Robinson Crusoe», non priva di sollecitazioni culturali e di svaghi saltuari, ma essenzialmente introspettiva, soffocata dalla strenua sorveglianza della piissima madre. A sei anni sogna di scrivere libri sul modello del Manfred di Byron. Ancora in piena fanciullezza, il suo gusto letterario è già formato. Lettura costante è la Bibbia, sulla cui influenza Ruskin ebbe ad annotare: "Una volta appresi i versetti del Deuteronomio, dei Salmi e dei Corinti, e il Sermone della Montagna, e gran parte dell’Apocalisse, una sillaba dopo l’altra, a memoria, e dopo aver riflettuto fra me e me cosa volessero dire quelle parole, non fui più in grado, anche negli anni folli della gioventù, di scrivere in maniera superficiale e solo formale". Gli viene concesso di seguire i corsi del King’s College di Londra. Nel contempo riceve lezioni di pittura dal famoso acquarellista Copley Fielding. Nel 1836 compie con i genitori un secondo «tour» in Europa nel corso del quale comincia a comporre un Diario che interromperà nel 1874. Entra al Christ Church College di Oxford, accompagnato dalla madre che si stabilisce con lui nella città universitaria. Fra il 1836 e il 1839 il suo equilibrio mentale viene scosso da un amore platonico e mai dichiarato per Adele Domecq, figlia del socio spagnolo della azienda paterna.
Al fine di distrarlo, la famiglia intraprende un viaggio in Francia e in Italia. Si tratta di un lungo viaggio che ripercorre le tappe canoniche del «Grand Tour» fino a Napoli e a Paestum e poi, nella via del ritorno, a Venezia. Nasce prepotente nel 1840 l’amore di Ruskin per l’Italia. Altro evento essenziale di quell'anno è l’incontro col pittore Turner di cui aveva già ammirato numerosi acquarelli. Nel 1842 esce la sua entusiastica apologia di Turner nel primo volume dei Modern Painters (Pittori moderni). Segue un lungo periodo di intristimento sinché nel 1845 i genitori gli consentono di effettuare un viaggio all’estero, accompagnato dal «corriere» Coutet. È questo un secondo momento magico della sua vita. A Pisa e a Lucca prima, e poi a Venezia, scopre l’architettura romanica e gotica italiana e i suoi interessi oscillano entusiastici fra la pittura di paesaggio (nelle città toscane e in quella lagunare esegue in questo periodo alcuni dei suoi acquarelli più belli), e lo studio delle arti figurative, dall’Angelico al Tintoretto. Risultato del viaggio e della carica di entusiasmo che ne deriva, sono il secondo volume dei Modern Painters (1846) e The Seven Lamps of Architecture (Le sette lampade dell’architettura, 1848).
Ruskin sposa nel 1847 una giovane scozzese, Euphemia Gray, conosciuta sin da quando era bambina (le aveva dedicato la favola Il Re del fiume d’oro). Era stato spinto al matrimonio dai genitori che intendevano con questo passo porre le basi di un maggiore equilibrio al suo sistema di vita.
Euphemia era una donna vivace, colta, amante della vita di società, per nulla disposta a essere di continuo ignorata da un marito preso da altri entusiasmi. Dopo sei anni di convivenza, Ruskin stesso accolse con sollievo la simpatia della moglie per il suo giovane allievo, il pittore John Everett Millais e acconsentì all’annullamento del matrimonio. Frattanto, nel 1852, viene pubblicato il suo libro più famoso, The Stones of Venice (Le pietre di Venezia), frutto del suo folgorante amore per l’arte gotica e di un lungo periodo di studio. Stringe amicizia con D.G. Rossetti, tiene lezioni di disegno in una scuola pubblica e diventa portavoce della «Confraternita dei Preraffaelliti». Lavora al terzo e al quarto volume dei Modern Painters. Dopo un nuovo periodo depressivo, pubblica il volumetto The Elements of Drawing (Gli elementi del disegno, 1856). Alla morte di Turner, viene nominato suo esecutore testamentario. Cataloga per la National Gallery duemila acquarelli del pittore. Nel 1858 intraprende un nuovo viaggio in Italia con i genitori ed è questo probabilmente l’ultimo anno sereno della sua esistenza.
Il precario equilibrio psichico di Ruskin viene alterato da due fattori: l’infatuazione per Rose La Touche e l’impegno messianico che profonde nella denuncia del sistema economico e di quello sociale vigenti. Storia penosa, quella di Rose La Touche, nata dall’incapacità di Ruskin di avere normali rapporti con donne adulte. Il volume The Ethics of Dust (L’etica della polvere, 1863) è la raccolta delle edificanti conversazioni che Ruskin amava intrattenere con le piccole allieve della scuola di Winnington in materia di storia, di geologia e di morale. La madre di una di queste bambine, innamorata di Ruskin, gli propone di dare lezioni di pittura alla figlia di dieci anni. Ruskin si innamora della piccola Rose, decidendo in cuor suo di sposarla di lì a qualche anno. Segue un autentico dramma nel quale compaiono di volta in volta un Ruskin esaltato, una Rose minata dalla follia e una madre vendicativa che tenta tutte le strade per provocare uno scandalo. Rose morirà nel 1875 e Ruskin ne serberà un ricordo patetico identificandola ora nella statua funebre di Ilaria del Carretto, ora nella S. Orsola del Carpaccio. In quegli stessi anni Ruskin si trasforma nell’impetuoso e geniale polemista che stigmatizza la politica economica e sociale del tempo. Risultato di questa battaglia sono gli scritti raccolti nel volume Unto This Last (A questo ultimo, 1860). Tema centrale del testo è una visione utopica della società i cui due principi, il senso della «cooperazione» e quello dell’ «onore», dovranno sostituire quelli tradizionali della domanda e dell’offerta. Più che una visione radicale di stampo francese, il socialismo di Ruskin è un’utopia a sfondo cristiano. La sua polemica si volge contro la società industriale e contro la scienza le quali, annullando la creatività dell’uomo, ne alterano il rapporto sia con la natura che con il proprio simile. Il valore della creatività artistica viene così recuperato da Ruskin come segno vivente di mutua cooperazione e di dignità umana e intellettuale. Libro fra i più intensi della stagione vittoriana, Unto This Last contiene aforismi folgoranti: «La forza della ghinea che porti in tasca dipende in tutto e per tutto dalla mancanza della stessa in quella del tuo vicino».
Il padre James Ruskin muore nel 1864 lasciando a John una considerevole fortuna, parte della quale viene profusa in quella sorta di comune agricola denominata «Guild of St. George». L’esperimento fallisce in capo a pochi anni, ma nel frattempo le idee rivoluzionarie di Ruskin vengono neutralizzate dalla società vittoriana che l’invita a tenere una lunga serie di conferenze. Queste verranno raccolte nei due volumi di Sesame and Lilies (Sesamo e gigli, 1865) e The Crown of Wild Olive (La corona di olivo selvatico, 1866). Nel 1869 viene chiamato a insegnare all’università di Oxford. Dopo la morte della madre, nel 1871, lascia Londra e si stabilisce per lunghi periodi in una solitaria villa sul lago di Coniston, a Brantwood.
Le lezioni tenute a Oxford dimostrano una progressiva perdita di equilibrio e di capacità di concentrazione a partire dal 1872. Nel 1874 compie un nuovo viaggio in Italia. Sembra recuperare il vigore di un tempo e la sua straordinaria capacità di lettura dell’arte italiana. Lo dimostra la pubblicazione, nel 1875, delle Mornings in Florence (Mattinate fiorentine). È questo l’ultimo periodo di effettiva lucidità della mente. Gli attacchi di cupa depressione nervosa e di inania si susseguono a ritmo sempre più intenso. Gli viene un certo sollievo, qualche anno dopo, da un giro di ricognizione delle grandi cattedrali gotiche francesi: Rouen, Beauvais, Amiens, Chartres. Progetta di scrivere un’opera monumentale dedicata al messaggio cristiano. Del progetto venne realizzata solo The Bible of Amiens (La Bibbia di Amiens, tradotta in francese da Marcel Proust). Nel 1885 abbandona le lezioni a Oxford e si ritira a Coniston. Nei rari periodi di lucidità compone la commovente autobiografia Praeterita. Seguono anni di silenzio in cui Ruskin sopravvive a se stesso nella solitudine di Coniston, incapace di riconoscere gli amici, fotografato come un’istituzione nazionale.
Nel gennaio del 1900 Ruskin si spegne a Coniston, dove viene sepolto. La casa di Brantwood ospita oggi un museo ruskiniano.
Frasi Celebri di John Ruskin
- Arte:
- È un grande artista colui che ha incorporato nel suo lavoro il maggior numero delle più grandi idee.
- Libri/Scrivere:
- Essendo la vita assai breve, e le ore tranquille poche, non dovremmo sprecarne nessuna per leggere libri senza valore.
- Libri/Scrivere:
- I libri possono essere divisi in due categorie: i libri di un'ora, e i libri di tutti i tempi.
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Data creazione biografia:
1 gennaio 1970
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