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Biografia di Jean Vanier |
Fondatore della comunita' dell'Arca
Jean Vanier nasce nel 1928. Figlio del governatore del Canada, da giovane è ufficiale di marina. Ad un certo punto, la scelta di dare una svolta alla sua esistenza. "Decisi di abbandonare la vita militare, con il desiderio di conoscere il Vangelo e la pace. Così andai a studiare filosofia a Toronto". Dopo alcuni anni, Vanier è insegnante. "Cercai di scoprire - racconta - cos'è il vero e cos'è il falso, cos'è un essere umano. Nel 1963 conobbi la condizione di persone con grave disabilità. Un sacerdote mi fece mettere a contatto diretto con ragazzi che non erano studenti assetati di "studio", ma si chiedevano 'chi sono, perchè sono così, perchè nessuno mi crede, perchè i miei genitori non sono felici che io esisto?'. Persone desiderose di sapere chi le vuole veramente bene".
Da quel momento, Vanier dà inizio all'esperienza Arca: accoglie con sè due persone adulte con disabilità mentale in una casa a Trosly. Nascono numerose comunità dell'Arca in diversi Paesi, anche in Italia. Poi, nel 1968 alcuni genitori ed educatori, tra cui Jean Vanier e Marie Hélène Mathieu, organizzano un pellegrinaggio a Lourdes per persone ferite nell'intelligenza, i loro genitori e amici. Il giorno di Pasqua del 1971, vi si ritrovano dodicimila persone di quindici diverse nazionalità. Tra queste, quattromila hanno un handicap mentale.
E' un incontro festoso di scambio tra individui che agli occhi del mondo sono "sani" ed "efficienti" e coloro che invece sono più "fragili". Da quell'occasione nascono le prime comunità "Fede e Luce", che oggi sono centinaia e centinaia in tutti i continenti. Gli incontri si ripetono periodicamente fino ad oggi.
La testimonianza
"C'è chi non ha la possibilità di parlare. E allora comunichiamo attraverso gli occhi", dice Vanier. Gente proveniente da ospedali psichiatrici, schizofrenici cronici, donne sofferenti: "con loro - osserva - io che prima ero sempre stato con persone vincenti, ho scoperto persone che hanno perso tutto. La malattia mentale è una grossa domanda per il nostro mondo. Oggi i Paesi vogliono essere forti, i deboli vengono schiacciati. In realtà siamo nati tutti nella debolezza e moriremo nella debolezza. La nostra parte più debole è il cuore: io ho visto la sofferenza di chi non si sente amato". Viviamo in un mondo che, secondo Jean Vanier, ancora fa fatica ad accettare chi è disabile. "Esistono - prosegue - due forme di bisogno nell'essere umano: oltre ai bisogni di base, infatti, è sempre presente in noi il bisogno di sentirci apprezzati e di essere considerati unici. In sostanza, di non essere un numero in un gregge, di essere ascoltati, amati. E' un bisogno che va al di là di qualsiasi capacità o incapacità". A questo proposito, fa un esempio: "Se un malato urla, è perchè ha bisogno di essere ascoltato da qualcuno. Se capisce che nessuno lo ascolta, allora si chiude, smette di gridare, cade nella depressione". Jean Vanier spiega che, qualunque sia la nostra condizione, dobbiamo convincerci che ci sono delle parti belle dentro di noi, ma che c'è anche molta violenza alla base dei pregiudizi e delle divisioni, del disprezzo umano. "Molti dei giovani che vengono da noi - conclude - scoprono il proprio 'vero' io".
Epifania Giambalvo insegna Scienze dell'educazione:"Noi pensiamo che la debolezza sia del disabile, mentre siamo portati a trascurare le sue qualità positive. Non dobbiamo dimenticare che, oltre al tipo d'intelligenza che ci consente di essere bravi in fisica, matematica eccetera, siamo dotati di una più importante facoltà mentale, quella di comprendere un altro essere umano". "Ed è attraverso la sofferenza - aggiunge Angela Maria Di Vita, docente di Scienze psicologiche - che comprendiamo il senso dell'esistenza".
Nel corso dell'incontro, al termine di un dibattito con gli studenti, Jean Vanier ha detto: "E' importante che la competenza del professionista psicologo o psichiatra si associ alla sua capacità di ascoltare senza porsi limiti di tempo. Ho sentito spesso infermieri che dicevano 'non ho tempo'. In realtà si può essere capaci di essere 'veri' in pochi minuti, più di quanto lo si possa essere in tante ore".
"Fede e Luce" è presente anche in Sicilia. Il movimento collabora con le associazioni che aiutano il disabile a sviluppare le sue capacità fisiche e psichiche.
Data creazione biografia:
20 gennaio 2006
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