Regista - Sceneggiatore
| | |
|
|
|
| | |
Appartenente ad una famiglia di ricchi industriali, frequenta una scuola di gesuiti, poi inizia gli studi all'Università di Scienze Politiche a Parigi. Ben presto abbandona l'Università per iscriversi alla Scuola superiore di cinema. Diventa cameraman e gira alcuni documentari con l'esploratore subacqueo Jacques Yves Cousteau. "Il mondo del silenzio" (1955) di cui Malle è regista, vince la Palma d'Oro a Cannes nel 1956 e l'Oscar l'anno successivo come miglior documentario. Il primo film per il quale ottiene dei riconoscimenti è "Gli amanti" (1958), in cui recita Jeanne Moreau, che vince un premio speciale alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1963 la giuria veneziana premierà anche "Fuoco fatuo". Esponente della Nuovelle Vague, lega il suo nome agli attori più famosi di quel periodo: Brigitte Bardot e Jeanne Moreau in "Viva Maria" (1965), Jean-Paul Belmondo in "Il ladro di Parigi" (1966), Alain Delon in "Tre passi nel delirio" (1967). Nel 1965 sposa Anne-Marie Descoldt, poi, dopo aver divorziato, la sposa di nuovo nel 1970. Ma l'anno dopo ha un figlio da una relazione con Gila Von Wieterhausen e una figlia nel 1975 dall'attrice canadese Alexandra Stewart. Riscuote consensi il suo "Cognome e nome: Lacombe Lucien" (1974), poi nel 1978 si trasferisce negli Stati Uniti dove gira "Preatty Baby" (1978) con l'esordiente Brooke Shields e Susan Sarandon, con la quale ha una relazione. Nel 1981 sposa l'attrice americana Candice Bergen, al quale resterà unito fino alla sua improvvisa morte per leucemia avvenuta nel 1995. Nel 1980 vince il Leone d'Oro a Venezia per "Atlantic City" e nel 1987 di nuovo per "Arrivederci ragazzi" (1987). Il film, ambientato alla fine della Seconda Guerra Mondiale, fa riferimento a un fatto reale di cui il regista è stato testimone da piccolo. Ad esso segue "Milou a Maggio" (1989). A quattordici anni dal film - scandalo "Preatty Baby", il regista provoca ancora con le scene esplicite de "Il danno" (1992) con Juliette Binoche e Jeremy Irons. La commedia "Vanya sulla 42esima strada" (1994) conclude la sua carriera.