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Biografia di Ireneo di Lione |
Padre della Chiesa
Ireneo, il cui nome in greco vuol dire pacifico e pacificatore, fu discepolo di Policarpo e venne anche a Roma. Non fu della schiera dei martiri della persecuzione abbattutasi sui cristiani lionesi nel 177, perché proprio allora era stato inviato a Roma dalla sua Chiesa per presentare al papa Eleuterio alcune questioni di ordine dottrinale, riguardanti in particolare l'errore montanista, propagato da un gruppo di fanatici venuti dall'Oriente, che predicavano il disgusto delle cose del mondo e annunciavano imminente il ritorno finale di Cristo. Tornato a Lione, Ireneo successe nel 178 al nonagenario vescovo martire S. Fotino, e governò la chiesa di Lione fino alla morte, avvenuta nel 200 circa. Nonostante non sia provato che egli sia morto martire, la Chiesa lo venera come tale.
Fu un vero teologo della Storia della Salvezza. La sua opera "Smascheramento della falsa gnosi" e l'altra dal titolo "Apoideixis", una specie di catechismo per gli adulti, oltre a permetterci di conoscere il pensiero di Ireneo sono lo specchio della fede della Chiesa del suo tempo.
I veri cristiani del II secolo si impegnavano a confessare con la vita quanto professavano con la fede; gli gnostici invece vivevano ai margini delle comunità cristiane e gareggiavano solo sul piano teorico nel fare teologia. Contro di loro Ireneo afferma che la vera sapienza è Cristo che vive nella Chiesa, quindi essenzialmente la sapienza è sapienza di fede che trova nella Chiesa la sua salvaguardia. Fare teologia significa riflettere sulla fede e rifarsi alle Scritture non alle elucubrazioni personali. Essa è trasmessa e custodita dalla Tradizione della Chiesa, una tradizione ininterrotta che risale a Cristo
Ireneo impernia la sua teologia sulla storia della salvezza, dove per salvezza intende il progetto divino che è ponte d'unione che cala Dio nell'uomo e riconduce l'uomo a Dio. Il peccato di Adamo blocca questo progetto dando inizio alla storia di depravazione e peccato dell'uomo. Con l'Incarnazione avviene lo sblocco e quindi l'attuazione piena del progetto: l'umanizzazione di Dio e la divinizzazione dell'uomo.
Nel designare l'opera di Maria nella storia della salvezza Ireneo usa il termine "ricircolazione" mentre per designare quella di Cristo usa "ricapitolazione". Come nella storia della caduta vi fu la partecipazione della prima Eva, nella restaurazione vi è la partecipazione della Nuova Eva. Per questo principio di ricircolazione, per cui ogni cosa perduta viene recuperata abbiamo: Il Cristo riprende Adamo, la Croce l'albero della caduta, Maria riprende Eva. Il Verbo incarnandosi ricapitola in sé tutti gli uomini e si costituisce nuovo Adamo. Come il primo, così anche il secondo deve nascere da "Terra vergine": Maria generandolo senza altro concorso umano, trasmette tutta la natura umana a Cristo perché sia il nuovo Adamo. Accanto al rapporto Adamo - Cristo, Ireneo sviluppa quello tra Eva - Maria. Accogliendo la salvezza e la vita, Maria diviene necessaria alla salvezza, causa di salvezza con la sua ubbidienza, mentre Eva, con la sua disobbedienza aveva causato la morte. É Maria che scioglie i nodi della disobbedienza di Eva portando la vita. La presenza di Maria è una presenza costante perché la presenza del Verbo trascende il momento storico e riempie della sua potenza salvatrice tutti i tempi. Così come ha generato Cristo, Maria genera anche le membra di Lui alla vita. Per Ireneo Maria è immanente al mistero che salva e il suo grembo materno è fonte di rigenerazione degli uomini in Dio.
Data creazione biografia:
1 gennaio 1970
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