Dottore della Chiesa
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Ilario di Poitiers, nato circa nel 315, fu teologo e dottore della Chiesa, nonché uno dei maggiori esponenti della patristica latina. Fu eletto vescovo di Poitiers circa nel 350, subito dopo il battesimo. Venne esiliato in Frigia da Costanzo II per aver combattuto l'arianesimo, che continuò ad avversare anche in Italia e in Gallia e dopo il ritorno in diocesi. In Oriente ebbe modo di familiarizzarsi con le dottrine teologiche dei greci, che cercò di rielaborare, sforzandosi di creare una terminologia tecnica latina. Avvalendosi della conoscenza di Tertulliano, Novaziano e soprattutto delle dottrine cristologiche e trinitarie dei padri greci,
Ilario prende posizione contro gli ariani e i sabelliani e presenta un'esposizione organica del dogma trinitario in perfetta sintonia con l'ortodossia cattolica. Egli afferma l'unità di natura e la distinzione di persone nel Padre e nel Figlio, concepisce tale unità come compenetrazione totale dell'uno nell'altro, sicché essi si distinguono solo grazie alla relazione d'origine: il Padre ha realmente generato il Figlio senza perdere nulla della sua natura, e il Figlio ha ricevuto e contiene in sé tutto del Padre, a lui uguale per operatio, virtus, honor, potestas, gloria, vita.
Per distanziarsi dagli ariani, che proponevano la passione di Cristo a prova della sua imperfetta divinità, I. afferma il corpo di Cristo reale ma celeste, capace di sentire la forza della passione ma non il dolore (De Trin. X, 18, 23).
Minore è l'interesse di Ilario. per lo Spirito Santo, del quale allora si discuteva poco; egli fonda la personalità dello Spirito sul concetto di dono, che egli considera appellazione propria della Terza persona, ed esclude che possa essere considerato una creatura, come volevano gli ariani e i pneumatomachi.