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Biografia di Guglielmo di Ockham

Detto il dottore invincibile e il venerabile iniziatore

Guglielmo di Ockham

Guglielmo nasce nel villaggio di Ockham, o Occam, nel Surrey, ad una trentina di chilometri da Londra, tra il 1280 e la fine del secolo. Entrato, nell’ordine francescano, studia ad Oxford, dove consegue il titolo di Baccalaureus sententiarum (1318), il primo dei gradi accademici che gli consente di commentare le Sentenze di Pietro Lombardo in una posizione di insegnante assistente, attività che porta avanti per quattro anni. Non ne sappiamo le cause, ma non diventa mai Magister, cioè non ottiene mai la piena responsabilità di un insegnamento.Prima del 1324, scrive la Lectura libri sententiarum, l’Expositio aurea, l’Expositio super physicam, l’Ordinatio e i Quodlibeta. Poi, in seguito ad una denuncia del cancelliere dell’Università Giovanni Lutterell, viene convocato presso la corte pontificia, allora ad Avignone. Qui Occam, tralasciando la fisica e la metafisica, scrive quella che è forse la sua opera principale, la Summa logicae, oltre ad un Tractatus de sacramentis.
La commissione incaricata di vagliare gli “articoli” incriminati, ricavati dalle opere di Occam, dopo un triennale lavoro ne giudica eretici sette, mentre ne condanna un’altra quarantina o come falsi o come temerari. Nel frattempo, Guglielmo conosce anche il generale dell’ordine francescano, Michele da Cesena, città oggi nella provincia di Forlì-Cesena, e Buonagrazia da Bergamo, ugualmente convocati da papa Giovanni XXII con l’accusa di eresia, sia perché fortemente contrari all’orientamento papale, moderato, sul tema della povertà, sia perché schierati con l’imperatore Ludovico il Bavaro, in conflitto, politico, col Papa.
Occam si unisce agli altri due francescani e con loro fugge in Italia, presso Ludovico, il quale, intanto, è stato scomunicato dal Papa ed ha fatto eleggere in Roma un antipapa .
Quando il Capitolo generale dell’ordine dei francescani depone Michele (1329), volgendo anche verso il peggio la sorte del partito ghibellino in Italia, l’Imperatore si ritira in Germania, a Monaco di Baviera, con gli intellettuali che lo appoggiano, quali Giovanni di Jandun e Marsilio da Padova, e compreso Occam.
Nel 1349, papa Clemente VI invia la bolla di assoluzione per Guglielmo di Occam, ma noi non sappiamo nemmeno se e come egli l’abbia accolta. Degli ultimi suoi anni, infatti, non abbiamo notizie certe, nemmeno del momento della morte, avvenuta, pare, non dopo il 1350.
Occam è certamente l’erede delle tradizionali diffidenze della scuola teologica francescana verso l’aristotelismo, anche grazie all’influenza della scuola di Oxford , ne accoglie alcune istanze, come l’importanza dell’esperienza sensibile e l’interesse per la logica. Proprio in quanto recettore di questa pluralità di influenze, è anche un anticipatore sia delle esigenze empiriste e logico-formali sia della sensibilità fideista che emergeranno nei secoli seguenti. Infatti, la sfiducia nella capacità della ragione umana di comprendere la realtà delle cose è il segno della crisi della Scolastica e dell’approssimarsi della cosiddetta “filosofia moderna”.



Il pensatore francescano, però, che maggiormente prepara la strada all’occamismo è Giovanni Duns Scoto, del quale viene accolto, ed accentuato, il tema del volontarismo. La questione di cui si tratta riguarda il modo della creazione del mondo da parte di Dio. Secondo un autore come Tommaso d’Aquino, Dio ha prodotto il creato mediante intelletto e volontà, nel senso che il primo guida la seconda (teoria nota anche col nome di “intellettualismo tomista”). Scoto, invece, seguendo la tradizionale posizione agostinista, preferisce sottolineare il primato della volontà. Occam ne radicalizza la posizione, nell’intento di esaltare l’onnipotenza di Dio, che non può essere legato né a regole né a princìpi né a leggi, e che quindi crea solo in base alla propria volontà, al proprio arbitrio. Importante è, la distinzione fra la “potenza ordinata” di Dio, considerata cioè in relazione a quanto Dio ha già stabilito, e la “potenza assoluta”, che è il potere di fare tutto ciò che non implica contraddizione (Quodlibeta).


Frasi Celebri di Guglielmo di Ockham

Filosofia:
Frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora.

Libri Guglielmo di Ockham
Data creazione biografia: 1 gennaio 1970
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