Regista
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Gabriele Salvatores nasce il 30 Luglio del 1950 a Napoli.
Il più apprezzato dal grande pubblico fra i giovani autori italiani è probabilmente questo originale regista milanese. I suoi esordi cinematografici sono poco incoraggianti: Sogni di una notte di mezza estate (1983) è un musical lontanamente ispirato alla commedia shakespeariana e ai ricordi di Peter Brook, che non riesce davvero a trovare un punto di fusione tra il linguaggio cinematografico classico e quello giovanile dei videoclip anche perché, come lo stesso autore ammette, il film “aveva degli errori di cui il principale era la troppa considerazione per il mezzo tecnico rispetto a quella per la storia narrata (G.Salvatores, 1991, p. 49).
Terminata la formazione al Teatro dell'Elfo e girata un'altra pellicola di scarso valore e successo, Kamikazen (1986), Salvatores incontra l'ex comico di bassa lega Diego Abatantuono, il produttore Cecchi Gori, e realizza una vera e propria trilogia che comprende Marrakesh Express (1989), Turné (1990) e Mediterraneo (1991) con cui conquista addirittura l'Oscar. Salvatores è un po' “il leader di un consistente gruppo di trentenni che comincia ad effettuare i primi bilanci generazionali” (Brunetta, 1991, p. 648) sulla scia di grandi successi internazionali come il Grande freddo. L'amicizia virile, il disagio per una giovinezza che scompare, la difficoltà a riconoscersi in un mondo che si era sperato di cambiare, vengono mitizzati e alternativamente accentuati o attutiti da un regista che è molto abile nel trattare l'immaginario della propria immaginazione fatto di rivolte studentesche, sogni esotici, partite di calcio e grandi cantautori. Anche in Mediterraneo che pure racconta le vicende di un gruppo di soldati italiani abbandonati durante la Seconda guerra mondiale su un'isola dell'Egeo, Salvatores pone in scena prevalentemente un gruppo di uomini che costretti alla lontananza dalla loro patria e dal sistema di vita cui sono abituati, scoprono un'esistenza diversa e un lato positivo del proprio carattere rimasto nascosto fino a quel momento. Insomma, protagonista assoluto è ancora un gruppo di amici e i loro sentimenti, per i quali le donne hanno un ruolo assolutamente marginale perché ciò che più conta è il confronto tra le loro aspirazioni e la realtà circostante; e la maggiore delle loro aspirazioni sembra essere la fuga da un mondo inadeguato per andare in cerca di se stessi. Importantissimi per il cinema di Salvatores privo di grosso spessore ma assai efficace nel riproporre sobriamente alcuni schemi e temi della commedia all'italiana sono i “suoi” attori, un gruppo affiatatissimo che comprende oltre al già citato Abatantuono, Claudio Bigagli, Giuseppe Cederna, Fabrizio Bentivoglio, Gigio Alberti, Claudio Bisio.