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Biografia di Francesco Guccini

Cantautore - Musicologo

Francesco Guccini

Francesco Guccini nasce a Modena il 14 giugno del 1940. Comincia a suonare giovanissimo prima servendosi di un'armonica e in seguito passando alla chitarra, strumento che non ha più abbandonato. Gli esordi come artista lo vedono dunque chitarrista e cantante in un gruppo del quale fanno parte separatamente anche Pier Farri (poi arrangiatore di molti suoi pezzi) e Victor Sogliani. Si chiamano "Hurricanes" e suonano nelle sale da ballo e nei teatri parrocchiali. Cambieranno in breve il nome in "Snakers" e quindi in "Gatti". Tutto accadeva tra il 1957 e il 1960. I pezzi del repertorio di questa band padana spaziavano in particolare in particolare fra i classici del rock, ma già Guccini proponeva al pubblico le sue prime "cose". Una parte dei "Gatti" confluirà poi nell'"Equipe 84" e seguirà quindi la propria strada. Intanto Francesco studiava e faceva il cronista per la "Gazzetta di Modena". La prima canzone che passerà alla storia è del 1961, il titolo è L'Antisociale, brano di rottura con una coltura sentita vecchia e abusata. Rottura che il cantautore modenese di nascita, bolognese d'adozione e pavanese di pelle, porterà avanti per tutti gli anni '60 e '70.

Cominciava in quel tempo anche l'impegno politico di tanta parte dei giovani del Paese e Guccini firmò un testo che sconvolse i canoni della canzone classica, Auschwitz, portato in vetta alle classifiche dall'Equipe. Dall'altra parte del mondo Bob Dylan lanciava messaggi chiari e inequivocabili. Sotto la spinta dylaniana Francesco partorì Noi non ci saremo, Noi, Dio è morto, Per fare un uomo lanciate dal complesso dei Nomadi sorto nel 1963 per mano di Beppe Carletti e di Augusto Daolio. Risaputa è la collera che scatenarono Dio è morto e Per fare un uomo nei benpensanti di ogni specie. Canzoni che parlavano apertamente di corruzione e meschinità, di falsi miti e di falsi dei. La RAI le censurò entrambe, ma il pubblico reagì facendone una bandiera del nuovo modo di pensare che trovava in certe fasce della popolazione sempre più adepti.Il primo album Folk Beat N°1 esce nel 1967. Già evidenti sono alcune delle tematiche che accompagneranno tutta la sua produzione: l'esistenzialismo, la polemica contro le ingiustizie perpetrate in nome di un falso ideale.

Diventato subito un elemento di spicco nel panorama musicale italiano, Guccini incontra i favori soprattutto delle frange giovanili più coscienti e arrabbiate. La sua popolarità cresce a vista d'occhio e la sua consacrazione a cantore del malessere di una generazione avviene durante il suo primo concerto tenuto alla Cittadella di Assisi il 30 dicembre '68.Qualche mese più tardi esce il secondo album Due anni dopo nel quale fanno la loro comparsa temi quali la quotidianità, lo scorrere inesorabile del tempo la rabbia per la propria impotenza a cambiare le cose e l'amore, visto come specchio di se stessi e delle proprie fragilità.




Fragilità che nel terzo lavoro diventano ricerca di un'identità e di un luogo ideale dove sia possibile costruire un mondo diverso: L'isola non trovata, un omaggio a Gozzano (Asia) e a Salinger (La Collina) ma anche ai propri timori e ai propri sogni irrealizzabili (Un altro giorno è andato). Un pezzo quasi autonomo è Il frate, il primo di una serie di bozzetti che Francesco snocciolerà durante la sua lunga strada d'autore. Gran parte di queste tematiche si risolvono nel disco successivo, Radici. La ricerca delle radici, la scoperta dell'appartenenza alla terra e il rifiuto della cultura piccolo borghese (Piccola città), l'adesione per amicizia al sogno anarchico (La Locomotiva), l'amore ripensato attraverso la catarsi della memoria (Incontro) e la fantasia eretta a sistema come baluardo contro l'inutile follia degli uomini (Il vecchio e il bambino), fanno di questo disco un capolavoro dove la pacatezza della narrazione si fonde mirabilmente con la forza d'urto della parola.Nel 1973 con Opera buffa la produzione gucciniana si affaccia sul mondo dell'ironia sottile e dell'umorismo semplice che scaturisce dagli avvenimenti più banali. Un disco che vede Francesco impegnato nel ruolo del "cantore di situazioni" con un piacere grande per la narrazione semi-seria che ricorda nei toni l'antica commedia dell'arte.

Intanto, man mano, la sua storia di uomo e di autore va dipanandosi tra Bologna e Pàvana (il paese dell'incanto, del sogno, della famiglia, la terra, il sapore delle cose imparate da bambini), viene crescendo e intensificandosi quel rapporto particolare di Guccini con il suo pubblico che rende ogni concerto un'opera a sè, un incontro con migliaia di amici, un motivo per parlarsi, fare i conti, commentare i fatti del giorno. L'erre arrotata, la chitarra, la voglia di suonare per il proprio pubblico, ma anche di parlargli, inventare un metro di comunicazione che di volta in volta spazia dall'aneddoto alla riflessione seria, dalla battuta al commento sarcastico... fanno di questi concerti una specie di meeting al quale non si può mancare.

Frasi Celebri di Francesco Guccini

Vita:
È meglio un giorno solo da ricordare, che ricadere in una nuova realtà sempre identica.

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Data creazione biografia: 1 novembre 2005
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