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Secondo gli Atti degli Apostoli, Dionigi l'Areopagita venne convertito al Cristianesimo da san Paolo. Fu il primo vescovo di Atene, già membro dell’Areopago di Atene. Dietro questo nome si nasconde in realtà un autore anonimo, vissuto probabilmente nella Siria del V secolo, forse un ecclesiastico, anche se non è chiaro se potesse essere vescovo, presbitero o semplicemente monaco. Il corpus degli scritti composti da questo misterioso autore (quattro trattati e un gruppo di dieci lettere) presenta caratteristiche dottrinali e terminologiche che difficilmente potrebbero risalire alla prima fase della predicazione apostolica, mostrando già traccia di dispute eresiologiche successive e una certa contiguità terminologica e concettuale con l’ultima fase della speculazione neoplatonica, tanto che si è ipotizzata un’influenza diretta sullo pseudo-Dionigi da parte del filosofo ateniese Proclo. Al di là dei problemi di origine di questo corpus testuale, ciò che ne ha determinato la fortuna resta indubbiamente l’altissimo livello speculativo del suo contenuto dottrinale, che ha stabilito un fondamento sistematico e un arricchimento della speculazione teologica sviluppata fino al V secolo in seno alla tradizione della Chiesa.