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Biografia di Arthur Schnitzler

Scrittore - Drammaturgo

Arthur Schnitzler

Nato a Vienna nel 1862 da una famiglia alto-borghese, ma di umili origini, il nonno era un ebanista ebreo, il giovane Arthur obbedisce alla volontà del padre che lo vuole medico come lui, famoso larintologo, sposato con la figlia di un altrettanto celebre medico viennese. Stessa carriera anche per il secondogenito Julius che sarà un apprezzato primario e noto professore universitario. La madre abile pianista, ne curerà la sensibilità artistica e lo affiancherà in suonate a quattro mani per un lungo arco della sua vita.

Conseguita la laurea egli esercita senza convinzione la professione di medico, ancora oppresso da quei retaggi di insicurezza che lo avevano indotto a presagire un futuro di mediocrità professionale. Il suo animo d'artista rischia di essere reso asfittico nelle corsie del Policlinico di Vienna, né passare dal reparto di psichiatria, dove lavora con uno dei maestri di Sigmund Freud (quest'ultimo gli riconoscerà un fine talento di psicologo), a quello di chirurgia e poi di laringologia con il padre, migliora la situazione.

Gli impegni professionali, assolti con puntualità e senso del dovere, non sminuiscono la ricerca affannosa di scampoli di spazio e di tempo in cui sbrigliare la penna e con essa il suo ingegno letterario, anzi gli fanno agognare la ricchezza, oasi indispensabile di serenità creativa.

Solo alla morte del padre, pur tanto sofferta, lo scrittore viennese percepisce lo sfilacciarsi del vincolo di sottomissione al genitore, fomite di incertezze e angosciosi ripensamenti e imbocca definitivamente la sua strada: l'arte.
Nel 1894 viene pubblicata la novella "Morire" ed è dell'anno seguente la prima rappresentazione teatrale "Amoretto" e "Acquisti di Natale" (quest'ultimo un atto unico del ciclo Anatol).

Nel mondo del teatro incontra la giovane attrice Olga Gussmann, sua futura moglie, più giovane di lui di vent'anni, che egli sposa nel 1903 e che gli darà due figli: Heinrich che diventerà registra e farà riscoprire la grandezza delle opere paterne dopo il secondo conflitto mondiale, e l'amata Lili, un animo bizzarro sin dall'infanzia.
Nonostante il giovanile spirito alquanto libertino, caratterizzato da anni di intense passioni altalenanti tra superficiali incontri puramente erotici, amori veri, e persino "un'amicizia metafisica" con una donna sposata e profondamente innamorata di lui, si mantiene fedele alla moglie con cui ha un ottimo rapporto iniziale.

All'intelligenza raffinata e perspicace di Olga lo scrittore affida la prima lettura delle sue opere, ma si avvarrà anche del giudizio critico dei suoi amici, noti nello stesso suo campo, quali Beer-Hofmann, Hofmamnsthal, Salten e Wassermann.
La produzione artistica, feconda e confermata da premi prestigiosi, consente, a quanti ne fruiscono, di ritrovarvi una parte di sé. Il biografo, infatti, mentre lo indica come il maggiore cronista dell'alta borghesia del suo tempo, riconosce il tratto essenziale e deciso che l'abile mano dell'artista sa dare anche dell'ambiente piccolo-borghese. Quanto la sua opera sa far riverberare della società viennese e di se stesso non è che l'insieme di travolgenti passioni, contraddizioni, conflitti, brucianti tradimenti, paura della vecchiaia, della morte e della vita, rassegnate sottomissioni e multiformi trasgressioni, concupite non tanto per personale convinzione quanto per scelte indotte da pregiudizio e costume.




Il marito, uno dei dieci dialoghi dell'opera teatrale Girotondo, mette a nudo quest'ultimo aspetto. Il protagonista infatti, rivolgendosi alla propria moglie lamenta ipocritamente l'onerosa condizione degli uomini: "...noi siamo diventati del tutto confusi e insicuri a causa delle molteplici esperienze che siamo costretti a fare prima del matrimonio: Voi, sentite molte cose, sapete troppe cose e leggete certo anche troppo, ma un'idea precisa di ciò che noi uomini in realtà viviamo, non ce l'avete affatto. A noi ciò che in genere si chiama amore viene reso profondamente disgustoso; poiché, che specie di creature sono mai quelle che siamo costretti a frequentare!"
Nel dialogo che segue Il marito e la dolce fanciulla Schnitzler, spiando dietro il séparé di un ristorante, fa rimbalzare dalla scena l'ipocrita "costrizione" del protagonista che , sebbene sposato, intesse menzogna e discrezione per velare la sua futura relazione.

Questa è la vita, e il teatro ne è lo specchio. Un gioco di luci e ombre che si alternano ora sul palcoscenico ora sulla platea, sì che i lineamenti di attori e spettatori si sovrappongono e quasi si confondono, mentre finzione e realtà s'intrecciano in un'unica dimensione emotiva. Facili illusioni e cocenti delusioni, amori estremi e desideri di morte: eterne antitesi in una Vienna asburgica in cui si vanno sfaldando la gloria dell'Impero e la saldezza degli antichi valori.

Il divorzio da Olga e la tragica morte dell'adorata figlia Lili che, non ancora diciannovenne, inspiegabilmente si suicida, a poco più di un anno di distanza dalle nozze, celebrate in piena atmosfera d'amore, con un giovane capitano della Milizia fascista, si ripercuotono sulla sua salute fisica e psichica.

Il Diario del 3 settembre 1931 attesta la chiara percezione di malessere e di "avversione al lavoro" che Schnitzler non può più ignorare. Nonostante ciò l'impegno artistico non subisce sostanziali battute d'arresto, anzi egli incomincia a scrivere la sceneggiatura di un film per la casa di produzione americana Metro Goldwyn Mayer.
Il 21 ottobre dello stesso anno, mentre egli si accinge a riprendere la penna per il consueto lavoro, il suo cuore cessa di battere: sulla sua vita "cala il sipario" per sempre.

Solo due giorni prima, pur sempre consapevole dei mutamenti profondi dell'individuo e della società, in un clima di distensione per una piacevole serata trascorsa con amici, egli ritrova il coraggio di affermare che "...la vita è bella e interessante; vorrei riviverla subito per i suoi momenti belli".

Frasi Celebri di Arthur Schnitzler

Mogli e Mariti:
Una donna chiede volentieri consiglio al marito se non altro per ignorarlo.
Saggezza:
Ciò che logora le nostre anime nel modo più rapido e peggiore possibile è perdonare senza dimenticare.
Passioni:
Nessun viso è brutto se i suoi tratti esprimono la capacità di una vera passione e l'incapacità di una menzogna.

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Data creazione biografia: 5 gennaio 2006
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