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Biografia di Albert Camus |
Scrittore
Albert Camus nacque a Mondovi (Algeria) il 7 novembre 1913 da una famiglia poverissima.
Il padre Lucien Camus, di origine alsaziana, era operaio e la madre Catherine Sintès, di origine spagnola, svolgeva servizi domestici. Il padre, richiamato alle armi nella prima guerra mondiale, morì in seguito ad una ferita alla testa durante la prima battaglia della Marna, quando Albert Camus, figlio secondogenito, aveva appena pochi mesi di vita. La vedova e i due piccoli figlioli si trasferirono ad Algeri nel quartiere di Belcourt vicino ad uno zio bottaio, vivendo della modesta pensione di guerra e del lavoro della madre, appena sufficienti ai bisogni della famiglia. Nel quartiere in cui andarono a risiedere, abitato dai francesi meno fortunati d'Algeria e dal sottoproletariato arabo, Albert Camus visse la sua infanzia a stretto contatto con una realtà umana e sociale che lascerà in lui un segno indelebile.
Nel 1918 Albert Camus iniziò a frequentare la scuola comunale, dove il maestro, colpito dalla sua vivissima intelligenza, lo seguì con premurosa attenzione consentendogli di ricevere anche una borsa di studio per poter proseguire gli studi al liceo "Bugeaud" di Algeri. Nel 1930, conseguita la maturità liceale, Albert Camus si iscrisse presso l'Università di Algeri al corso di "Premières Lettres Supérieures" frequentando le classi di filosofia. Egli fu molto influenzato dalle prime letture filosofiche e religiose: Plotino, S. Agostino, Pascal, Kirkegaard. Fu in questo periodo che Albert venne prematuramente colpito dalla tubercolosi; malattia che lo accompagnerà per il resto della sua vita, costringendolo a farsi ricoverare a causa di attacchi periodici.
Nel 1932 iniziò a collaborare con la rivista "Sud" pubblicando parecchi suoi articoli. Nel 1933 invece si sposò con Simone Hié, ma fu un matrimonio di breve durata e tre anni dopo avvenne la separazione.
Per procurarsi le risorse economiche necessarie per vivere Camus praticò diversi mestieri: impiegato presso l'amministrazione statale, operaio in un'azienda di spedizioni, dipendente all'Istituto Meteorologico delle Pressioni.
Nel 1933 si iscrisse al Partito Comunista, da cui ricevette l'incarico di dirigere la Casa della Cultura di Algeri, ma qualche anno dopo abbandonò il Partito, quando, a seguito di un incontro col Primo Ministro francese Pierre Laval, Stalin attenuò la politica di opposizione al colonialismo.
Nel frattempo Camus aveva esordito nel mondo letterario con la raccolta di prose liriche e di saggi dal titolo "Il rovescio e il diritto" (1937); in questo periodo scoprì anche la sua passione per il teatro e fondò la compagnia il "Théâtre du Travail", d'ispirazione marxista, divenuto poi il "Théâtre de l'Equipe", del quale continuò ad essere direttore e animatore. A questo fine aveva scritto insieme a tre amici il dramma "Rivolta nelle Asturie" (1935), la cui rappresentazione però venne vietata. Ma la malattia, che continuava ad affliggerlo, lo costrinse ad andare a curarsi in Savoia, da dove rientrò in Algeria passando per l'Italia, visitando Firenze, Pisa, Genova.
Nel 1937, dopo aver rifiutato un posto da insegnante presso il Collegio Sidi-bel-Abbès, Camus decise di dedicarsi solamente alla letteratura, al teatro e al giornalismo. Iniziò a leggere le opere di G. Sorel, Friedrich W. Nietzsche, O. Spengler , Fëdor Dostoevskij, Honoré de Balzac; pubblicò una raccolta di saggi dal titolo "Nozze" (1939); scrisse la sua prima opera teatrale sull'imperatore romano "Caligola" (1938); collaborò col quotidiano di sinistra "Alger républicain". Camus considerava la professione di giornalista il mezzo attraverso il quale condurre la sua lotta in favore dell'uomo. Seguì processi politici, assunse posizioni di favore nei confronti degli arabi spesso accusati ingiustamente, non risparmiò osservazioni ai governanti francesi d'Algeria, combattè lo sfruttamento degli arabi, denunciando nei suoi articoli la condizione dei nord-africani che lavoravano in Francia e criticò lo stato miserabile in cui venivano costretti a vivere nella loro terra dalla politica colonialista francese, ma la censura intervenne costringendo la chiusura del giornale. Nel 1939 fondò la rivista "Rivages", con cui cercò di portare avanti l'idea di una nuova cultura mediterranea.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale tentò di arruolarsi ma venne respinto a causa delle sue precarie condizioni di salute.
In considerazione delle difficili condizioni di vita ad Algeri, Camus si trasferì a Parigi dove, presso giornale "France Soir", volle svolgere solo mansioni amministrative; quando i tedeschi occuparono la Francia Camus seguì la redazione del giornale a Clermont Ferrand, ma dopo qualche mese si licenziò trasferendosi a Lione, dove sposò Francine Faure, una professoressa di matematica.
Nel 1941 tornò in Algeria per assumere l'incarico di insegnante in una scuola privata di Orano. Intanto aveva portato a termine il saggio "Il mito di Sisifo" (1942), espressione del suo pensiero filosofico, dedicandosi nel contempo a numerose e intense letture: Tolstoj, Sade, P. Lavirey, Marco Aurelio, Defoe, Cervantes e Melville.
Nel 1942 Camus tornò in Francia dove aveva avuto inizio la Resistenza al nazismo. Camus vi partecipò unendosi ai partigiani e occupandosi del giornale del movimento "Combat" che usciva clandestinamente.
Nello stesso anno venne pubblicato "Lo straniero" (1942), il suo romanzo più conosciuto e tradotto in quasi tutte le lingue. E' la storia di un condannato a morte per omicidio il quale, la notte prima dell'esecuzione, trova la propria libertà spirituale.
Incontrò Francis Ponge e fra i due scrittori nacque una solida amicizia; conobbe anche Jean-Paul Sartre, e l'incontro mise in tutta evidenza la diversità delle rispettive posizioni.
Nel 1944 portò in scena al teatro dei Mathurins il dramma "Il malinteso", ma l'opera non ebbe grande successo.
Il 24 agosto 1944 Parigi fu liberata e finalmente il giornale "Combat" potè essere diffuso apertamente: Camus ne assunse la direzione insieme all'amico Pascal Pia. Nel frattempo anche la moglie Francine lo aveva raggiunto e il 5 settembre 1945 diede alla luce i figli Jean e Catherine.
Nel 1946 Camus si recò negli Stati Uniti, accolto con sospetto dai servizi segreti, con molto entusiasmo invece dagli studenti di diverse Università dove svolse un ciclo di conferenze sul teatro e su importanti argomenti di attualità. Al suo rientro a Parigi lasciò il giornale "Combat" e portò a compimento "La peste" (1947), che ottenne grande successo di pubblico e il premio della critica. In questo lavoro Camus fece la cronaca dei dolorosi avvenimenti accaduti ad Orano.
Il 1948 fu per Camus un anno di intense lotte civili; prese posizioni molto dure contro le dittature sovietica e franchista, si battè per i comunisti greci condannati a morte riuscendo ad ottenerne la grazia. Partì anche per un viaggio in Sudamerica, ma ebbe un grave peggioramento del suo stato di salute che, al suo rientro in Francia, lo costrinse ad un lungo periodo di riposo.
Nello stesso anno scrisse "Stato di assedio" (1948) e il famoso saggio filosofico "L'uomo in rivolta", che verrà pubblicato nel 1951. Fu un'opera che sollevò molte polemiche, e che segnò la frattura ideologica fra Camus e Sartre: i contrasti di vedute fra i due si accesero vivacemente attraverso interventi sulla stampa di sinistra, sviluppandosi principalmente intorno agli avvenimenti drammatici della guerra in Algeria. Camus, francese d'Algeria, visse con profondo dolore le vicende della sua terra d'origine.
In quegli anni Camus pubblicò "I giusti" (1950), "L'Estate" (1954), "La caduta" (1956), "L'Esilio e il regno" (1957).
Nel 1957 gli venne assegnato il Premio Nobel per la letteratura. A Stoccolma pronunciò due importanti discorsi che vennero pubblicati l'anno seguente col titolo "Discorsi di Svezia".
Durante un viaggio in Grecia la sua salute gli creò nuovamente fastidiosi problemi, ma al suo rientro, pur conducendo una vita appartata continuò ad occuparsi di attività teatrali. Il Ministro della Cultura francese gli offrì la direzione della "Comédie Française", incarico che le sue sofferenti condizioni di salute gli impedirono di assumere. Chiese invece di poter dirigere un teatro sperimentale e su questa proposta si sarebbero dovuti accordare di lì a pochi giorni nel corso di un incontro che purtroppo non avvenne.
Albert Camus morì il 4 gennaio 1960 a Villeblevin (Yonne), in un gravissimo incidente automobilistico. Aveva quarantasei anni.
Vennero pubblicati postumi i due volumi "I taccuini" (1962-1964), il romanzo incompiuto "La morte felice" (1971) che lo scrittore aveva iniziato nel 1937 e il romanzo autobiografico "Il primo uomo" (1994), sul quale stava lavorando prima della morte.
Frasi Celebri di Albert Camus
- Morte:
- Bisogna amarsi molto per suicidarsi.
- Morte:
- C'è un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale o non vale la pena di essere vissuta significa rispondere alla questione fondamentale della filosofia.
- Città:
- Come rimedio alla vita di società suggerirei la grande città. Ai giorni nostri, è l'unico deserto alla portata dei nostri mezzi.
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Data creazione biografia:
1 novembre 2005
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