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Biografia di Vittorio De Sica

Attore - Regista

Vittorio De Sica

Vittorio De Sica diventa regista dopo essere stato attore di commedie. Nato a Sora [Frosinone] nel 1901 (morì a Paris nel 1974), si trasferisce a Napoli che diventa la sua città d'adozione. Attore di teatro, fa "l'amoroso" in compagnie importanti. Nel cinema è Mario Camerini che lo prende per fare il bel giovane, seducente e fatuo ma alla fine di buon cuore e di "pasta matrimoniale". E' una carriera che gli dà successo, e che inizia con "Gli uomini che mascalzoni" (1932) e termina con "Grandi magazzini" (1939). Avrebbe potuto fermarsi al ruolo di attore, e invece scopre la vena registica.

Il suo primo film è Rose scarlatte (1940) piccola commedia tratta da un lavoro teatrale di A. De Benedetti. Segue il film sui pellegrini La morte del cielo, il film Maddalena zero in condotta (1941), e il sentimentale e piccolo-borghese Teresa Venerdì (1941, con Anna Magnani in una particina spiritosa). Al genere storico appartiene Un garibaldino al convento (1942). Avrebbe potuto rimanere un marginale regista capace di pescare nella commedia del filone dei telefoni bianchi o stabilire una sua identità tra il tenereno e il patetico. Invece diverrà uno dei maestri del neorealismo. Stabilito un durevole sodalizio con Cesare Zavattini, acquista una novità di temi desunti dall'attualità della guerra e del dopoguerra, una ricchezza di contenuti e una sapienza artistica che danno alla sua opera un ruolo fondamentale nel cinema di quegli anni; amarezza, sentimento e humour sono presenti in tutti i film di De Sica. Ecco la prima prova del nuovo corso, I bambini ci guardano (1943), e a ruota i capolavori del neoreliasmo: l'infanzia vista attraverso la tragedia della guerra in Sciuscià (1946) che ha per protagonisti due infelici ragazzini romani che affrontano da soli il dopoguerra, il dramma della solitudine e del lavoro in Ladri di biciclette (1948, con Enzo Staiola e Lamberto Maggiorani; proiettato alla Salle Pleyel di Paris nel 1949, suscitò enorme emozione nell'intellighenzia francese). Entrano nei film di De Sica i temi sociali, i contrasti tra miseria e ricchezza attraverso la drammatizzazione dei piccoli eventi. "Sciuscià" e "Ladri di biciclette" sono tra i film migliori del secolo ed ebbero l'Oscar per il miglior film straniero negli Stati Uniti.

Di contro agli ambienti e alle storie borghesi, l'ambiente proletario, il viaggio attraverso i quartieri poveri di Roma. Furono films che ebbero poco successo all'inizio: solo il consenso degli ambienti intellettuali francesi permise a De Sica di continuare (con il successo di "Ladri di biciclette" De Sica potè restituire i debiti fatti per "Sciuscià"). Miracolo a Milano (1950) si muove tra neorealismo e surrealismo. Sulla penosa condizione dei pensionati è Umberto D (1951). Con questo film si chiude una fase per il De Sica (grande) autore. Proseguirà con film onorevoli, gradevoli, ma ormai lontani da quella stagione irripetibile.




Tenero ne L'oro di Napoli (1954) in cui oltre a essere regista interpreta la parte del giocatore patetico. Il problema della casa in Il tetto (1956) con cui tenta di riprendere la stagione neorelista ma senza riuscirci (altri tentativi in questo senso: Un mondo nuovo (1965), Lo chiameremo Andrea (1972)). Di nuovo la guerra e l'occupazione ne La ciociara (1960) tratto dal romanzo di Moravia, interpretato da una onorevole Sophia Loren. Divertente Il giudizio universale (1961, con tra gli altri Vittorio Gassman e Alberto Sordi) ambientato a Napoli: una voce misteriosa dall'alto annuncia il diluvio universale, scatenando tutta una serie di situazioni e reazioni. Fallisce quando insegue una cinematografia intellettuale (I sequestrati di Altona, 1962, tratto da Jean-Paul Sartre). Nel Giardino dei Finzi Contini (1970) compare più forte che altrove il sentimento della famiglia e dell'unità familiare sulla scia del romanzo di Bassani. Ultimo suo film, Il viaggio (1974).

De Sica ha continuato a svolgere ruoli di attore, nel dopoguerra, cavandosela sempre degnamente grazie alla sua recitazione affabile e umana: l'episodio della "maggioranza" in "Altri tempi" (1952) regia di Blasetti, il maresciallo di "Pane, amore e fantasia" (1953) di Comencini, l'eroico imbroglione di "Il generale Della Rovere" (1959) di Rossellini.

Frasi Celebri di Vittorio De Sica

Morale:
L'indignazione morale è in molti casi al 2 per cento morale, al 48 per cento indignazione, e al 50 per cento invidia.
Mogli e Mariti:
Meglio rompere una promessa di matrimonio che un servizio di piatti dopo sposati.
Amici e Nemici:
La Bibbia insegna ad amare i nemici come gli amici, probabilmente perché sono gli stessi.

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Data creazione biografia: 22 dicembre 2005
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